02 aprile 2002

Zapping
Ieri sera facevo un po' di zapping con l'audio sottozero, di fianco a mio figlio che dormiva.
Mi sono fermata (e ho alzato un pochino l'audio) ad ascoltare Bocelli. Mentre cantava ad un tratto ha aperto gli occhi e io ho razionalizzato una
serie di pensieri che mi girano in testa da qualche tempo.
Gioele.Nato con un piedino un po' storto alla fine di dicembre del 2000.
Ho sempre avuto un rapporto strano con quel piedino. Non l'ho mai visto "menomato" forse perche' ho saputo fin da subito che (recidive a parte) era curabile, ma il primo pensiero che mi e' saltato in mente quando gli hanno tolto il gesso e' stato:"Ora finalmente la smetteranno di guardare il suo gessetto".

Quando e' nato ho detto "Se fosse nato cento anni fa sarebbe rimasto storpio". Mio marito mi ha corretto "Se fosse nato oggi, qualche migliaio di chilometri piu' a sud o piu' ad est sarebbe storpio. E' un bambino fortunato".

E' vero, e' un bambino fortunato e io sono una mamma fortunata.

Forse per questo anche il suo piedino tutto rinvoltolato e' sempre stato normale per me. Certo, ho avuto fretta che migliorasse, non vedo l'ora di vederlo correre... ma porca miseria, come dev'essere per una madre guardare negli occhi un figlio che non ti vede?
Oppure l'amore a volte - magari non tutti i giorni, non sempre - ma, a volte, te lo fa vedere "normale" lo stesso?

Prima di trasferirmi a Firenze per amore, ho lavorato per anni coi ragazzi handicappati e vedevo quanto fosse difficile per una madre affrontare ogni nuovo giorno.
Eppure, non ho mai visto a volte - magari non tutti i giorni, non sempre - ma, a volte, madri cosi' orgogliose e tigri protettive e allo stesso tempo felici di ogni piccolo passo verso l'indipendenza dei loro figli.

Forse dovevo diventare madre per capire appieno cosa passa nei loro cuori.

Vorrei non scordarmi mai del piedino di Gioele o degli occhi di Bocelli.

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