29 maggio 2002

Mercoledi' pomeriggio, sala d'attesa di uno studio medico.
Arrivo in anticipo, scelgo una rivista e mi accomodo su una poltroncina.
E' un poliambulatorio e insieme a me aspettano due signore.
La prima, anziana sui sett'antanni, abbastanza curata.
La seconda, sulla cinquantina, ben portati (si intuisce che e' di famiglia benestante e' curata e ha un buffo cappello in testa), sta piangendo.
Alzo gli occhi per osservarla - lo ammetto - un po' incuriosita e mi accorgo che con il mio ingresso ho interrotto una conversazione.
Lei singhiozza, si asciuga le lacrime con un fazzoletto di carta e riprende a parlare con la signora piu' anziana.

Parlano di chemioterapia, di quanto siano convinte che le cure siano inutili, di quanto soffrono.
La signora piu' anziana dichiara che ha smesso di curarsi, ora fa solo terapia del dolore (cerotti a base di insulina) perche' non vuole piu' soffrire ed e' consapevole che non c'e' piu' nulla da fare. Ieri ha chiesto al suo medico se avra' il tempo di sistemare le cose e lui le ha risposto di farlo al piu' presto.
Ma e' la disperazione della signora col cappello che mi prende allo stomaco. Forse e' la spontaneita' con cui si lascia andare al dolore, quel pianto non nascosto, quella disperazione aperta, messa in piazza cosi', senza pudore, che mi scatena un'empatia immediata.
Se riuscissi a dar retta al mio istinto mi alzerei subito per abbracciarla e consolarla.

Invece poso la rivista e le ascolto senza nascondermi dietro alle pagine patinate.
E lei sbircia verso di me, ogni tanto.
E l'unica cosa che riesco a fare e' parlarle con gli occhi, abbracciarla con lo sguardo.
Mi rendo conto che non e' possibile consolarla, e mentre ascolto l'elenco dei medici d'Italia che hanno girato, le considerazioni sui figli (perche' lei, col buffo cappello che ora ho capito cosa nasconde, ha tre figli e il piu' piccolo ha vent'anni. E sono pochi, ripete, sono pochi...), penso a come le cose cambino, da un minuto all'altro.
Non sono piu' le stesse. La vita non e' piu' la stessa, cio' che hai intorno non ha piu' lo stesso odore e sapore di prima. E mi sembra di sentirlo nelle orecchie, l'urlo disperato che vorrebbe assordare tutto il mondo, la richiesta di aiuto che tende a chiunque abbia accanto, come un bambino che mentre gioca, distratto, si accorge all'improvviso che ha perso di vista la sua mamma.

Io l'ho sentito quel grido.
E ce l'ho ancora nelle orecchie e nel cuore.

28 maggio 2002

Mi scrive Clara: "A proposito, ho conosciuto Gino Strada e Vauro alla Feltrinelli in occasione
della presentazione del nuovo libro di Vauro; c'erano anche Ettore Mo e Gino
e Michele (Zelig ha editato il libro): sono scomparsi tutti, la presenza di
Strada ha cannibalizzato l'incontro, è veramente un uomo fuori del comune."

Ha ragione. Anche se non avessi letto il libro lo avrei capito guardandolo ieri sera sul palco.
Gioele ha il suo straccetto bianco attaccato al passeggino.
E da quando fa caldo finalmente ha potuto indossare la sua maglietta di Emergency che gli ha regalato proprio Clara.
Gli ho fatto un po' di foto e mi piace vederlo in una di queste accaldato dopo un gioco scatenato, col suo messaggio di pace sul pancino.
Uno straccio di pace
La guerra è scoppiata, è in corso, ha ucciso e uccide.
Durerà anche quando militari e strateghi avranno stabilito di considerarla, dal loro punto di vista, finita.
Durerà nei lutti dei sopravvissuti, nei corpi mutilati di molti di loro.
Durerà nelle esplosioni di ordigni rimasti attivi sul terreno.

Sappiamo che molti sono favorevoli a questa guerra.
Vogliamo che anche quelli che sono contrari abbiano voce.

Per farlo useremo un pezzo di stoffa bianco: appeso alla borsetta o alla ventiquattrore, attaccato alla porta di casa o al balcone, legato al guinzaglio del cane, all'antenna della macchina, al passeggino del bambino, alla cartella di scuola...

Uno straccio di pace.

E se saremo in tanti ad averlo, non potranno dire che l'Italia intera ha scelto la guerra come strumento di risoluzione dei conflitti.

Emergency chiede l'adesione di singoli cittadini, ma anche comuni, parrocchie, associazioni, scuole e di quanti condividono questa posizione.
Diffondere questo messaggio è un modo per iniziare.


26 maggio 2002

Bene, credo che ora i giornali dovrebbero piantarla di dare tanta evidenza ai genitori che ammazzano i bambini.
Hanno smesso di mettere in primo piano i suicidi, perche' e' stato provato che genera ondate di emuli.
Non potrebbe esserlo anche in questo caso? Io ne sono convinta. E loro, quando se ne accorgeranno?
Da quando hanno parlato (fin troppo, fino alla noia e al voltastomaco) del delitto di Cogne, ecco che una mamma imposta il ciclo sbiancante per la figlia, un'altra l'ammazza a coltellate e l'ultimo lo soffoca con un cuscino.
Per carita' sia sacro il diritto di cronaca.
Ma anche il diritto alla vita.
E - porca miseria - anche quello di essere curati.

23 maggio 2002

Gioele da un mesetto, ossia da quando sta mettendo canini e molari contemporaneamente, ha preso l'abitudine di addormentarsi masticando il suo biberon.
Stasera una tragedia si e' abbattuta sulla nostra casa: abbiamo perso il biberon. Avete presente un bimbetto con gli occhi stretti stretti dal sonno che miagola "Nenne!" dal suo passeggino e due genitori in ansia che rovesciano tutta casa? Macche', non ce n'e' traccia. Ho guardato sotto i mobili della cucina, sotto il box, sotto le scrivanie, dietro i divani, persino in bagno e in frigorifero. Volatilizzato.
Per fortuna il sonno ha avuto la meglio e si e' addormentato, anche se con un'aria di palese disappunto disegnata sul viso.
Sta cosa mi ha permesso di capire quanto sono stanca e quanto sia meglio che segua a ruota il mio bimbetto tra le braccia di Morfeo: dopo essermi seduta al computer per sbirciare un po' di posta ho lanciato Google per cercare il biberon!!!!

Un po' come quattro anni fa che mentre mi godevo una meritatissima vacanza ad Alcatraz e ammiravo uno stupendo tramonto tra gli alberi e le colline, mi son sorpresa a cercare nel cielo il cursore del mouse...

Vado a nanna, va...

"Ogni uomo ha un’anima che non può mescolare con nessun’altra.
Due creature umane possono accostarsi, parlare tra loro ed essere
vicinissime, ma le loro anime sono come fiori, radicate ciascuna
nel proprio terreno e nessuna è in grado di spostarsi verso l’altra,
perchè dovrebbe abbandonare la sua radice e non può.
I fiori emanano il profumo e il seme perchè vorrebbero accostarsi tra
loro, ma il fiore non può nulla perchè il seme arrivi al punto giusto:
lo fa il vento che viene e va come e dove vuole."
HH

21 maggio 2002

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Direi che era perfettamente in tema.
Per fortuna e' bastato ripubblicare l'ultimo articolo.
Per fortuna di chi, non so.

19 maggio 2002

Non ho radici.
Mi chiedi che mi manca. Non e' una risposta facile, ma di getto ti risponderei cosi': non ho radici.
E' da un po' che rimugino su questa cosa. Vado indietro negli anni e ricordo solo momenti vuoti e la rinuncia - paradossale - a lasciarmi andare e a fidarmi di qualcuno completamente. Eppure e' una delle cose che mi manca di piu': affidarmi.
Ok, guida pure tu io mi faccio un sonnellino, guardo il paesaggio, mi godo il viaggio.
Invece sono sempre in prima linea, col coltello in bocca, pronta a un tutto che non accade mai.
E' una fatica bestiale.
Ogni tanto riesco ad astrarmi e mi vedo li' formichina in mezzo a mille altre.
Banale se vuoi, mediocre. Ma quanto e' rilassante la mediocrita'!
Son stata un gran pezzo della mia vita ad aspettare da bruco di diventare farfalla.
Poi un giorno lui mi ha chiesto:"Ma nel frattempo, non ti potresti accontentare - che so - di essere un piccione?"
Mi sa che anche questa e' una scusa per rimandare.
Sgamata.
Rimanda rimanda e' vero che qualcosina nel mio piccolo l'ho fatta.
E' che non posso andare da lei e dirle:"Guarda mamma, ho preso un bel voto!"
E' che non c'e' nessuno da cui andare con la mia pagella.

15 maggio 2002

Dice che c'e' in giro un virus.
Bah, c'e' sempre in giro un virus a quel che sembra.

Per ora due soli avvenimenti degni di nota: ho scoperto che le nuove lenti a contatto della Acuvue (quelle con piu' acqua, ma piu' spesse) mi fanno venire le vertigini. La cosa piu' ganza e' che stanno togliendo (pare) le vecchie dal mercato. Fatto sta che ne ho comprate di quelle vecchio tipo e sto decisamente meglio. Fanculo pure alla Acuvue.

L'avvenimento che mi ha tirato su di morale (a parte l'illuminazione del cambio lenti) e' stata la soddisfazione di andarmi a comprare un vestitino con spacco vertiginoso e due paia di pantaloni. Che c'e' di soddisfacente? Beh, mentre nel camerino di fianco la signora chiedeva di provare una quarantaquattro e poi passava alla quarantasei, io ero indecisa fra la quarantadue e la quaranta.

Dal che si evince che in quest'ultimo periodo le soddisfazioni non abbondano da questo lato della tastiera :-)

Pero' tutto sommato sono ancora viva e di questi tempi non e' poca cosa. Anzi.

14 maggio 2002

Non so voi.
A me sta primavera m'ammazza.
Mi sto facendo di Supradyn, ma la pressione e' costantemente sotto i piedi.
Ho infilato una serie di mal di testa che qualche notte fa mi sono seriamente convinta che mi sarebbe schioppata una vena e ciao.
Arranco, ma ci sono.
Spero piu' in forma e lucida prossimamente su questi schermi.
Spero.

06 maggio 2002

Buonanotte cari, buonanotte a tutti.
Sono stanca ma felice, di piu' perche' senza un motivo apparente.
Anche qui e' stata una giornata serena e calda di sole. Il mal di testa e' svanito al mattino e svegliarsi e' stato come rinascere.
Merito anche tuo, di questa serenita', per oggi mi hai trasmesso tranquillita' e dolcezza.
Era tanto che non succedeva.
Mai disperare :-)
Quindi buonanotte anche a te, non fare tardi e non dire che di te non scrivo mai.
Eppure sei cosi' bravo a leggere tra le mie righe...

05 maggio 2002

Per la cronaca: secondo giorno di mal di testa.
Se riesco ad arrivare viva a domattina, dovrei esserne fuori a meno che non sia uno di quelli da tre giorni.
Nel qual caso domani mi do malata perche' stavolta picchia sul serio.
Qualcuno puo' spiegarlo a Gioele?

03 maggio 2002

Mi sembro l'appeso.
Quello dei tarocchi intendo. Come se qualcuno mi avesse preso per i piedi e attaccato ad un albero a testa in giu'.
Mi si sta ribaltando addosso tutto il mondo.
Capita.
Non ho piu' scritto perche' non avevo niente da dire.
Perche' ogni volta che discuto si apre un processo alle intenzioni, una pseudo seduta psicanalitica interpretativa di ogni pensiero, parola, gesto, ammiccamento.
A buon prezzo per carita', pero' prima o poi ho il diritto di arrivare in cassazione e vedere il mio procedimento archiviato, una sentenza definitiva.
Calmiamo le acque, dedichiamoci al giorno per giorno.
Ieri sera ho toccato il fondo. Era viscido, melmoso, freddo. E ne ho avuto abbastanza.
Vai, altro giro altra corsa, non so voi, ma qui si ricomincia.

Mi son fatta bionda, tanto per cominciare. Ero sola dal parrucchiere oggi che faceva freddo e pioveva. Soltanto io posso andare a farmi i capelli quando fuori piove e sono anche senza ombrello. Chissenefrega, se il sole non c'e' la faccia e' grigia e l'umore e' pessimo me lo disegno addosso il sole.

Se avessi avuto bisogno di una spintarella, l'ho trovata qui.
Cazzo ragazzi NO. Io non ci sto. Il mondo e' una merda, la vita e' sofferenza, l'amore viene ti travolge e' bellissimo e passa. Passa prima l'innamoramento poi l'amore e resta la nostalgia di quello che avremmo voluto che fosse, quello per cui ci siamo battuti che fosse, quello che non abbiamo capito un cazzo cosa fosse, ma comunque ce lo aspettavamo diverso.
Piove. La maggioranza crede nello gnomo di plastica, alla televisione fanno solo le fiction, la new economy affonda, in giro non ti ascolta nessuno, la mattina alzarsi e' uno strazio, arrivare dal tabaccaio all'angolo e' sfinente, l'ansia mi affama d'aria, ma io NON CI STO!

E' giusto sentirsi male, sentirsi perduti, e' giusto sbattere i pugni e gridare che sono tutti stronzi. Ma e' giusto anche che poi si rialzi la testa e non si ceda, perche' cedere e' tradirsi ed e' ancora peggio che morire, che sentirsi spenti, che sentirsi sfiniti. Cazzo Biccio, picchia quel pugno sul tavolo manda tutti affanculo, te stesso per primo giusto per par condicio, e ricomincia.

Per me a volte e' piu' facile.
Guardo Gioele. Quando non voglio che vada ad allagare il bagno e mi accorgo all'ultimo momento che qualcuno ha lasciato la porta aperta, capita di chiudergliela quasi sul nasino. E lui si incazza. Secondo me tira delle bestemmie che levati. Si incazza con me, si incazza con la porta, si fa un giro a quattro zampe sbraitando e piangendo. Ma io penso che possa essere una buona palestra. Sai quante porte ti chiuderanno in faccia all'ultimo momento, quando pensi che finalmente potrai entrare ed allagare tutte le piastrelle e mentre pregusti la gioia di ficcare le manine nell'acqua, di aprire il rubinetto col getto piu' forte che ci sia... SLAM!
Si incazza, ma poi gli passa. Perche' e' cosi' che deve essere. Passa un cane, rotola una palla, gira una trottola e lui ricomincia a ridere.
Nessuno gli ha rubato la felicita' chiudendo quella porta, piano piano impara a cercarla da un'altra parte. Nessuno gliel'ha rubata per sempre. Si e' solo spostata.
Basta cercarla, non e' mai cosi' lontana.

Vieni qua che ti abbraccio.