31 gennaio 2004

Prova ... sa..sa.. uno...due...tre... prova...
La voce sembra tornata, meno male non ne potevo piu' di fare la cornacchia.
Un tempo avevamo una certezza granitica il fine settimana (oltre al fatto che il mimmo si sveglia all'alba): la scuola e' chiusa ma la nonna e' aperta. Il tempo di fare colazione e via!
Da un paio di settimane invece sembra che sia piu' divertente devastare casa mamma e babbo.
Ce la faro' a convincerlo oggi, che vorrei dare una sistematina alla casa?
Si accettano scommesse.

30 gennaio 2004

Fa un freddo pinguino, ma splende un bellissimo sole.
Sono praticamente afona e non ne posso piu' di sussurrare.
Fra cinque minuti andro' a casa, mi preparero' qualcosa di caldo, tratterro' a stento la voglia di infilarci i piedi congelati dentro e fino alle quattro la parola d'ordine sara' DI-VA-NO.

29 gennaio 2004

Sole, poi neve a fiocchi, poi pioggia, poi neve, poi neve mista a pioggia.
Firenze innevata a macchie di leopardo, di qua ci son dieci centimetri, di la' nemmeno un fiocco.
Da questo momento ho deciso di stare zitta almeno un'ora. No, e' che stanotte ho avuto mal di gola e oggi pomeriggio ha cominciato ad andarmi via la voce. Nonostante Giovanni sostenga che sia molto sexy, se continuo a parlare mi strozzo.
Cosi' imparo a portare i piumini in lavanderia quando ormai la temperatura e' sotto zero.
Comunque oggi avevo freddo anche super imbottita.
No, scusate e' che io zitta non riesco proprio a starci, bisognera' che mi sfoghi in qualche modo, almeno scrivendo!
Vabbe' vado a fare un gargarismo col propoli, magari a qualcosina serve, diodeivirus!
Caro San Pietro,
immagino che ieri per te sia stata una giornataccia, con tanto da fare.
Lo e' stata anche qui giu', perche' hai accolto ben due persone a noi vicine e vorrei raccomandarti di essere gentile con loro.
R. ha sofferto tanto negli ultimi anni e forse ha accolto questo viaggio come una liberazione. Ha bisogno di riposarsi, falla accomodare in un posto tranquillo a riprendere fiato.
M. invece non aveva trent'anni e fiato ne aveva ancora, ma non abbastanza per vincere la battaglia che combatteva da quando era piccolo. Era bravo, era semplice, lavorava con impegno e merita un riconoscimento speciale perche' lo ha fatto con un sorriso e sereno fino a che ha potuto. Dagli tu una speranza o una ragione perche' io non ne trovo nemmeno una, ma so che tu saprai come fare.
Abbi cura di loro e salutali da parte mia.
Insomma una decina di giorni fa arriva l'ufficiale giudiziario che ci consegna una citazione per comparire come testimoni davanti al giudice di pace.
Piu' o meno un anno fa, mentre stavamo andando a pranzo abbiamo visto uno su un Terrano che con una manovra idiota sbranava completamente la fiancata di una Fiesta e poi se ne andava senza nemmeno scendere dalla macchina. Allora i cittadini modello hanno lasciato un biglietto con modello, targa e numero di telefono per informazioni.
Uno era una che a quanto pare ha negato di essere a Firenze quel giorno, che in quella strada parcheggiano spesso due Terrano uguali, che avevamo preso la targa sbagliata e quindi la causa e' finita davanti al giudice.
Ieri mattina andiamo. Interrogano prima Giovanni (che era impegnato a cercare parcheggio quindi ha visto pochino) e poi chiamano me. L'avvocato della stronza era parecchio tronfio. Mi fanno leggere come nei film la dichiarazione di dire tutta la verita' e mi chiedono un po' di cose sullo svolgimento dell'incidente. Poi il giudice (anzi la giudice una signora coi capelli bianchi tenerissima ed elegante allo stesso tempo) mi chiede se ho altro da aggiungere. E io, calmissima: "Veramente si', sono appassionata di fotografia ho sempre in borsa la macchina e quel giorno ho scattato una foto subito dopo l'incidente". Tiro fuori la mia stampa A4 a colori che mostra non solo la targa, ma anche la faccia della signora che si e' persino accorta che la stavo fotografando e mi guardava malissimo dal finestrino.

La faccia dell'avvocato e' diventata verde, mi ha praticamente strappato di mano la foto mentre la porgevo al giudice e si e' lasciato scappare:"Ma e' lei!".

Alla fine e' stato piuttosto divertente.
Ora mi aspetto che venga a farmi brillare la macchina.

28 gennaio 2004

Stamattina mi sono svegliata serena.
Petta che me lo segno sul calendario.

27 gennaio 2004

Devo ammettere che sono un po' provata.
Ieri sera a tavola si chiacchierava del piu' e del meno.
Mamma rivolta al babbo: "Si' ho visto che e' passato il corriere a ritirare i pc perche' quando siamo tornati dall'asilo ho dovuto aspettare che spostasse il camioncino per entrare sulla rampa. Ti ricordi Gioele, la signora che caricava tutti quei pacchi?"
Gioele masticando: "Tutti tutti."
Mamma: "Gia'.. subito dopo la bizza per ... e poco prima della bizza per... "(non le nomino per evitare recidive).
Gioele mi guarda, sorride quasi soddisfatto e rivolto al babbo: "Dopo la bizza per il seggiolino e prima della bizza per le palle di neve!"

Non ci ha sconvolto tanto la perfetta sequenza temporale ne' il ricordo delle motivazioni, ma il fatto che lui stesso le chiama bizze! A-R-G-H !!!
Bisogna mi rassegni: e' sempre un passo avanti a noi.

26 gennaio 2004

Ore nove: bizza inumana perche' non voleva stare a scuola. Gli strilli si sentivano da fuori il portone.
Ore dieci: telefono per sapere se si e' ripigliato, ovviamente e' tranquillo e calmo. Lo stronzetto.
Ore sedici e trenta: vado a riprenderlo.
Ore sedici e trentacinque: bizza inumana con pianto fino quasi a casa perche' voleva stare sul sedile davanti.
Ore sedici e quarantacinque: sentenzia "voglio fare le palle di neve".
Ore sedici e quarantasei: bizza inumana perche' non c'e' piu' neve.
Ore diciassette: bizza perche' vuole andare a casa di Guido.
Ore diciassette e dieci: bizza perche' vuole fare il bagnetto (mentre io e marito stiamo svuotando scatoloni da stamattina, tanto che la nonna e' venuta qui per distrarre il pargolo - fatica inutile).
Ore diciassette e quindici: si decide a giocare con la nonna.
Ore diciotto: bizza perche' vuole le chiavi di casa.
Ore diciotto e cinque: bizza perche' dopo le chiavi di casa vuole anche i soldi.
Ore diciotto e sei: la mamma pensa di infilargli cinque euro in tasca e spedirlo al bar.
Aprendo uno scatolone mi sono ritrovata in mano quelle foto.
Occhi negli occhi con me bambina spaventata, imbarazzata, stuprata dagli sguardi e mi son detta:"Basta".
Stavolta ho fatto un uso terapeutico del camino e le ho bruciate.
Lascio andare, lascio andare lascio andare.
Che piu' nessuno sguardo ti frughi, che piu' nessuna bambina cresciuta guardandoti riviva il dolore e la vergogna.
Un mucchietto di cenere e la cassa toracica piu' leggera.

25 gennaio 2004

Se c'e' una cosa che ODIO e' cambiare il copripiumino.
Vivrei nella zozzimma pur di non farlo, ma siccome la presenza del treenne mi impone un livello minimo di igiene e decoro, tocca farlo. Ogni volta mi stronco la schiena, piroetto su e giu', infilo di qui, tiro di li', salto sul letto, faccio delle evoluzioni che manco al circo Barnum, ma ci fosse una stramaledetta volta che mi viene centrato a destra e a sinistra e soprattutto riuscissi ad allineare piumino e copripiumino!
Eppure la nostra ex-ex-ex-tata da sola e di almeno 30 cm. piu' bassa di me ci riusciva perfettamente, quindi e' questione di tecnica.
Ok, chi lo sa lo sputi: dove sta il segreto?
Come li vedete questi sposini che si facevano le foto al piazzale Michelangelo oggi sotto la neve?
Io me li immagino con la bronchite in luna di miele :-)



Comunque lo spettacolo migliore di oggi e' stata la battaglia di palle di neve fra Gioele e il suo babbo.
Alla fine nevica anche qui.
Gioele e' al settimo cielo.
A proposito di neve quello del 23 gennaio e' forse il post della pizia piu' toccante che abbia mai letto.

Errata corrige: ho cambiato il link al post perche' il permalink andava per i fatti suoi.

24 gennaio 2004

Nunzio vobis...

Che abbiamo cominciato a dar fondo agli scatoloni residui in cantina.
E che sta partendo l'atto di citazione che rimandavo da almeno quindici anni.
Non so voi, ma io ho una gran voglia di fare pulizia.
Giu' dal pero forse non si sta poi cosi' male, cambiare prospettiva ogni tanto serve a vedere le cose sotto un'altra luce.
Via, mi son levata il pensiero: ho postato la mia banalita' quotidiana :-)
C'e' crisi in giro.
C'e' grossa crisi e non soltanto al di qua di questa tastiera.
Come se ci fosse stato uno scrollone che ha tirato buona parte di chi leggo giu' dal pero.

23 gennaio 2004

Mio padre

Sempre in fuga.
Se ne e' andato di casa che avevo tre anni.

L'ho "conosciuto" 18 anni fa, proprio il 23 gennaio, al funerale di mia madre.
Un estraneo, ovviamente.

Poi l'ho rivisto otto anni fa, quando sono andata a casa sua nel lodigiano, accompagnata da Giovanni che sosteneva quanto fosse importante incontrarlo da adulta.
E aveva ragione.

Abbiamo parlato tanto e alla fine ho smesso di cercare chi avesse torto o ragione. Se mia madre che raccontava che se ne era andato lasciandoci in un mare di debiti, o lui che diceva di essere andato via di casa solo con i vestiti che aveva indosso.

Me ne sono fatta una ragione di questo buco affettivo, di questa presenza costante ma cosi' assente e lontana.
E ripensando a lui, lo vedo un po' vecchietto, un signore buffo che mi somiglia (soprattutto nelle fughe!), che adora il caffelatte e mangia la pasta col pane, come me.
Che ha voluto dare al nipote acquisito il mio nome.

Firenze e Lodi sono lontane.
Via via si sono diradate le telefonate.
Cosi' ho rimandato la chiamata per dirgli che mi sarei sposata e quella per raccontargli la nascita di Gioele.
E' difficile mantenere un rapporto vivo, cosi' abituati entrambi a "non esserci".

Tanto che fatico ancora a rendermi conto che lui non c'e' piu' davvero.

Due anni fa, in questo giorno, ci sono stati i suoi funerali, ma io non ho potuto esserci.
Forse non ho voluto esserci.
Il 23 gennaio, esattamente lo stesso giorno dei funerali di mia madre, 16 anni dopo.

E' inutile continuare a cercare delle risposte.
Semplicemente le cose vanno cosi' e tanto vale farsene una ragione, anziche' arrovellarsi.

E ora che finalmente e' arrivato questo 23 gennaio e li ho sepolti entrambi per l'ennesima volta, vediamo se riesco a lasciarli andare.
E a vivere.

22 gennaio 2004

21 gennaio 2004

La luce della nostra camera e' gentile.
Si accende piano piano e lascia che i tuoi occhi si abituino prima di splendere in tutto il suo fulgore.
Dormivamo insieme io e Gioele in un letto grande, quello della mia casa di campagna dove dormiva la mia mamma. Sentivo entrare Giovanni che si accertava se stessimo dormendo e sussurrare una signora che diceva lasciamoli stare, lasciamo qui questo giocattolo cosi' lo trova quando si sveglia. Andiamo di la'.
Aprivo piano un occhio e vicino alle mie ciabatte c'era una di quelle ruote per bambini con il manico, che quando gira fa tintinnare il campanello.
Mi sono riaddormentata e dopo un po' li ho sentiti tornare e uscire di nuovo. Cosi' mi sono alzata a fatica e scalza sul pavimento freddo del salone, con la scrivania sistemata dove non stava piu' da tempo e tanta luce che entrava dalla finestra che dava sul giardino.
Sarebbe gentile anche il campanello, a casa nostra, se non fosse seguito dall'abbaiare stridulo e sguaiato di Ginger piuttosto isterica seguita a ruota dal suo fratello un po' tonto che abbaia a prescindere.
E' cosi' che mi sono svegliata oggi pomeriggio.
E' passato qualche minuto prima che mi rendessi conto di dove fossi davvero.

18 gennaio 2004

E' la seconda volta nel giro di un mese che accompagno uno dei miei uomini al pronto soccorso.
Mo' basta eh?
Oggi e' toccato a Giovanni che, dopo aver fatto qualche lavoretto in casa, asciugandosi le mani dopo essersele lavate ha sentito un dolore lancinante al gomito sinistro. Vabbe', ci si e' detto, passera'.
Invece non solo non e' passato, ma e' aumentato fino a rendergli impossibile alzare il braccio o piegarlo.
Cosi' alle sei di sera siamo andati al CTO dove - per fortuna - era giorno di calma e gli hanno diagnosticato una epicondilite.
Una cazzata insomma, ma dolorosissima. In effetti oggi mister Muscolo ha alzato una televisione reggendone il peso solo col braccio sinistro. La torsione errata asciugandosi le mani ha fatto il resto.
Ottimo.
Ora che mi stavo rimettendo io si e' guastato l'altro.
Certo che troncarsi i legamenti asciugandosi le mani sarebbe stato da viaggio a Lourdes.
Anche se forse... un pensierino....

17 gennaio 2004

Aneddoti

- Della memoria fotografica dei bambini
Bimbo concentratissimo sui suoi bisogni corporali, scruta una rivista appoggiata davanti al wc.
"Mamma! Ma li' c'e' scritto pizza!"
"Ma dove?"
"Li', guarda!"
Nell'angolo in basso a sinistra, in effetti, c'e' la pubblicita' di Pizza Taxi.

- Della capacita' di immedesimazione dei bambini
Bimbo gioca al dottore.
"Babbo, hai male, ora ti curo"
"Veramente non mi sento poi cosi' male..."
Bimbo raccatta custodia in plastica, la sbatte vigorosamente sulla fronte del babbo.
Babbo:"OHI!"
"L'avevo detto che avevi male!"

- Della capacita' di soppravvivenza dei babbi
Bimbo dottore salta a pie' pari sulla pancia del babbo, sul diaframma del babbo, sulla pancia del babbo, sui co... ehm del babbo.
Babbo ulula di dolore.
Bimbo grida divertitissimo e urla:"Mamma guardaci! Dai facci una foto mentre giochiamo al dottore!"
Mamma alza un sopracciglio e sentenzia:"Gioele..."
"Non sono Gioele sono un dottore!"
"Scusi. Dottore, temo che lei abbia perso il suo primo paziente."
Stamattina diluviava.
In compenso ora grandina.
Non credo ci sara' gran fila allo scivolo dei giardinetti.


16 gennaio 2004

Per la cronaca

Ieri il medico e' entrato in casa, ha dato un'occhiata in giro.
Ha recuperato le retine(*) incastrate fra gli scatoloni e ha chiesto:"Vi siete trasferiti da poco, vero?"
Sic.


(*)NdA: espressione liberamente tratta dalla Cri
Uno dei nostri clienti e' una catena di alberghi.
Stamattina il corriere ci ha consegnato due pc guasti di ritorno -appunto- da uno di questi hotels.
Dentro lo scatolone per l'imballo, oltre al polistirolo, hanno usato una decina di copie de La Repubblica tutte rinvoltolate. Probabilmente sono resti di quelle che regalano la mattina a colazione, con sopra appiccicata l'etichetta "... con l'augurio di una felice giornata ... have a nice day [logo]".

Prima di depositarle di fianco al camino (serviranno per accendere diversi fuochi), ho voluto guardare di che giorno fossero.
Sono tutte del 14 gennaio e riportano in prima pagina a caratteri cubitali il titolone:"Bocciato il lodo salva-Berlusconi".
Non so perche' ma mi e' sembrato di buon auspicio.
Have a nice day... :-)
Ci risono.
Forma media, un po' sbattuta. Il mal di gola sta passando e sono sfebbrata. Mi sento come se mi avessero pestato, l'equilibrio era migliore lunedi', ora mi "godo" la convalescenza. Per modo di dire, ovviamente.
Questi ultimi tre giorni onirici hanno lasciato strani strascichi. Fulminante la mancanza del marmocchio sentita fin dentro le viscere fino ad un secondo prima del suo ritorno a casa. Ovviamente.
Echi roboanti di tv accesa in sottofondo con la speranza di attutire caldo/freddo brividi/sudore, incapace di riempire alcunche'. Vuoto su vuoto. Ovviamente.
Lampi di blog cliccati un po' a caso qua e la' nei momenti di lucidita'. Siamo tutti bravi bambini, in fondo, belle persone. Rari i momenti dissacranti sia di qui che di li' dal vetro. Che vetro non e' trattandosi di lcd, ma in fondo.
Scusate, ma non reggo piu' il bollettino medico degli ultimi giorni, quindi do una ripulita. Nel senso che riduco il numero di post visualizzati, non che casso. Ovviamente.

15 gennaio 2004

Il medico ha sentenziato: tonsillite.
Ho le placche, manco avessi tre anni!
Non oso pensare a come sia l'influenza, allora... comunque l'ultima tachipirina risale alle sei di stamattina.
Ce la faccio, ce la faccio!
[e torno' a sprofondare sul letto]
Forse ce la fo. Forse.
Ieri sera rivalutavo l'eutanasia.
Stamattina son riuscita a rivedere i 37. Spero che duri, spero di non averla attaccata a Gioele o a Giovanni.
Tostissima, non ricordo di essere stata mai cosi' male. Eppure la febbre la reggo bene di solito.
Torno a ricoverarmi sotto le coperte. I miei due uomini sono stati fantastici.
Devono anche essersi divertiti parecchio a giudicare dalle condizioni del soggiorno.

14 gennaio 2004

Come da post precedente, moglie sempre ko.
Dopo averla sostituita nel pulire il culo al treenne, sostituirla sul blog e' una passeggiata.
La giornata di oggi ha segnato la definitiva sconfitta del metodo "Parlagli con dolcezza, fagli capire che gli vuoi bene".
Gia' in macchina le prime avvisaglie:
- Gioele, quanto bene ti vuole la mamma?
- Tantissimo
- E il babbo?
- Il babbo non mi vuoe bene
- Perche'??
-Pelche' quando LO picchio, non vuoe giocale con me

Poi, dopo cacca, bidet e sessione di bolle assortite col detergente intimo, al "Gioele, adesso basta tirati su i calzoncini e andiamo" e' esploso in una furia con mani pesticciate nell'acqua e schizzi ovunque (nemmeno tanto ovunque.. praticamente tutti sul babbo) per planare poi sul classico
- Non ti voio,voio mamma.
Ho avuto uno scatto d'orgoglio. L'ho preso in collo e gli ho detto Basta con questi giochini. La mamma sta poco bene e adesso tu stai col babbo. Abbiamo sceso le scale abbracciati (io verso di lui) e avvinghiati (lui verso di me) in un turbine di baci (io verso di lui) e schiaffi (lui verso di me). Con le ultime forze, semi accecato dalle manate (che son di mani piccoline, si, ma di punta negli occhi fanno male) ho acceso Tarzan. Tempo due minuti si e' incantato a guardarlo, tempo 5 mi ha chiesto - Pecche' lui piange? e siamo planati verso una cena "da maschiacci" con i vassoi sul divano, mangiando le patate arrosto con le mani e discutendo del colore delle copertine dei libri
- Mi piace nelo [rimuovendo la sopraccoperta dal mio libro], e quetto cos'e'? No e' un segnalibo..
- No. Non piu' almeno [dato che l'ha rimosso dal libro]
Treeene imbizzarito. To be continued....
Stanotte ho sfiorato i 40. Stamattina alle sei e mezzo avevo trentotto e sette.
Se il buongiorno si vede dal mattino...
Boia che batosta.

13 gennaio 2004

Porca troia, ho la febbre. E mal di gola. E mi fa male dappertutto.
Son riuscita a portare Gioele a scuola, poi ritornando mi facevano cosi' male le gambe e mi bruciavano gli occhi che ho pensato di fare una capatina a casa prima di andare in ufficio e provarmi la febbre. Cosi' per sport perche' di solito quando me la sento non supera i trentasei e cinque. Invece avevo trentasette e mezzo e mi son detta: ok, una mattinata di riposo.
Ora siamo a trentotto, salita di due decimi nell'ultima ora. Ingollata tachipirina.
Torno a letto a bestemmiare, sepolta sotto piumino e doppia coperta che vestita di tutto punto con due maglioni e venti gradi in casa batto i denti.
Obbasta! Non ci si puo' permettere punto e basta.
Quando si potra' saro' troppo vecchia, quindi tanto vale - per una volta - restare coi piedi per terra e accettare l'idea.

12 gennaio 2004

Son soddisfazioni :-)

Son soddisfazioni che tirano su un bigio lunedi': ricevere invito da Giuseppe Granieri per Scatti Quotidiani.
Lunedi', piove, bimbo recalcitrante, sonno arretrato, voglia di andare a lavorare nessuna, ma ce la faro'.
Ce la faro', cazzo.

11 gennaio 2004

Ieri sera all'Esselunga abbiamo incontrato Costanza, la tata che ha seguito Gioele per cinque sei mesi quando aveva un anno e mezzo. Appena l'ha visto sul carrello l'ha abbracciato e sbaciucchiato e lui ha sgranato due occhioni COSI' e ha detto "Mamma, andiamo via!".
Dico "Te la ricordi la Costanza, Gioele? Ti teneva le braccine quando cominciavi a reggerti in piedi...Ti portava ai giardini a vedere gli altri bimbi, sei andato con lei sull'altalena..." E lui di rimando, rivolto alla Costanza:"Si' si', mi spiace pelo' ola non posso venilci pecche' sono clesciuto!".

09 gennaio 2004

Pfffffffffftttt... BOOM!

Mentre mi smazzavo il magone e circa milleseicento maledetti buoni pasto, ho cominciato a sentire uno strano malessere.
Respira, respira, respira un cazzo! Ci ho messo un po' ad accorgermi che la stufetta supplementare munita di bombola a gas rigorosamente spenta, fischiettava allegra spandendo il suo contenuto nel mio cubicolo.
Apro porta e finestra scrutando con odio e timore allo stesso tempo la bombola verde, quando cominciano ad uscire un par di persone dal magazzino ed esclamano:"Ma da dove viene questo odore di gas?"
Portata fuori al freddo la perfida stufetta, ho lavorato un paio d'ore con finestra e porta spalancate, appena sufficienti a far uscire tutto il puzzo.
Meglio della trielina, Sable.
Ok, l'abbozzo di girare per blog, tanto il magone non passa.
Dopotutto mi pagano per stare qui e lavorare.

Il pleut

Giornata bigia, piove a piccole gocce trasversali.
Gennaio mese di lutti, si preannuncia laborioso da superare.
L'ansia frizza sulle spalle, dietro la nuca, ma il diaframma lavora e respiro, profondamente, di pancia.
Come mi hai insegnato.
Spalle. Pancia. Spalle. Pancia.
Ti tengo sotto controllo.
Meglio, ti soffio via.
Ci sono domande a cui non c'e' risposta. Anche se pretendi di averne il diritto, se la senti dentro il cuore l'urgenza di trasformare quel punto da interrogativo ad esclamativo, dirti finalmente:"Ecco perche'!" e darti una manata sulla fronte. "Ma che stupida, potevo arrivarci anche da sola".
Non c'e' la soluzione ne' in fondo alle pagine, ne' nel prossimo numero.
Accettalo e respira e vai avanti.

08 gennaio 2004

Venghino siore e siori venghino...

Non c'è trucco, non c'è inganno: non farete nessun danno, se vedrete le attrazioni di noi due i piu' sfigatoni!
Docce calde e fredde docce, qui ci fan girar le bocce. Me li mangio in due bocconi tutti sti' rompicoglioni!
Ma mi sa tocchera' a me, rimpianger il duemilatre'...

Insomma, siamo ripartiti.

Di nuovo in pista (i capitani entlano in campo, come dice Gioele... chissa' dove l'ha sentito).
Il marmocchio piu' felice del previsto di tornare a scuola.
Mi ha commosso l'incontro fra lui e Guido. Entrambi felici di rivedersi ed emozionati, sembrava facessero un balletto fatto di slanci uno verso l'altro, subito attutiti da un po' di vergogna poi esplosi in un abbraccio e una corsa piena di risate.
Anche stamattina "voglio andare a scuola", speriamo che duri.

Sono un po' stanca, il lavoro non manca e l'ultimo libro di S. King mi fa tirare piu' tardi del lecito, anche se non tremo sfogliando le pagine come mi aveva fatto fare con It e Cose preziose.
Sono davvero curiosa di vedere come se la cava alla fine con sta Buick 8.

06 gennaio 2004

Siamo in dirittura d'arrivo

E anche queste feste sono passate.
Devo dire che stasera, ora, un po' mi spiace. Domattina si riparte in quarta con le corse e il lavoro, e il bambino da portare a scuola, da andare a riprendere, la casa da sistemare al volo in pochissimo tempo... non che mi sia riposata granche' negli ultimi giorni, ne' che sia riuscita a fare cio' che volevo, a dire la verita'.
Ad esempio in soggiorno troneggiano ancora una decina di scatoloni e non ho sistemato l'archivio e la lista di cose non fatte e' piuttosto lunga. Comincio a perdere la pazienza con Gioele un po' troppo presto e un po' troppo spesso, quindi e' un bene per entrambi che domani riapra la materna.
Pero' sono disturbata, ecco.
Ha scelto meticolosamente due calzini tutti rossi da appendere ai lati del camino, poi ha voluto accendere le candeline colorate (alaccioni, losa, gialle e veddi) che ha trovato qualche giorno fa all'esselunga: "Perche' cosi' la befana quando arriva le trova accese ed e' felice".

Stavolta e' toccato a me aspettare che si addormentasse, scendere e preparare la messa in scena dell'arrivo della Befana.
Totalmente fuori standard, perche' i calzini erano troppo piccoli per contenere il balocco e sono contraria all'uso sconsiderato di dolciumi.

Nemmeno un pezzettino di carbone, ma un po' di cenere in giro, giusto per comprovare l'uscita dal camino della vecchietta. Ora, se riesco a rivestirlo in tempo dopo il bagnetto insieme al babbo, vogliamo portarlo a fare il suo primo piccolo viaggio in treno.

04 gennaio 2004

Sopportazione marmocchio lagnoso raggiunto livello di guardia.
Programmi per la giornata saltati in sequenza che manco le mine anticarro.
Contrazioni alla bocca dello stomaco in aumento.
Convincimento di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato totalizzante.

03 gennaio 2004

Della serie: cosi' e' la vita
Un'autoambulanza sfreccia a sirene spiegate accanto alla nostra auto.
- Babbo, cos'era quella?
- Un'ambulanza.
- Un'abbulaza??? [incredulo]
- Si', probabilmente un signore non stava troppo bene e con l'ambulanza lo stavano portando di corsa in ospedale.
- Un si-gno-le non sta-va troppo be-ne? [sillabando come se il babbo avesse detto una bestialita'] Oh, beh... pazienza!

Della serie: babbo e' scemo
- Babbo! Plendi la chitalla!
- La chitarra? Quale chitarra?
- Quella con le colde!

Della serie: babbo e' scemo due la vendetta
- Si puo' avere un caffe'?
- Ma se l'hai appena bevuto!
- Allora si puo' avere un cervello?

Ho esagerato con la nutella stasera.
Patrick docet.
Titti non abita piu' qui.
Almeno, credo non ci abitera' ancora per molto: oggi ha detto "tRe" :-)
Era il 3 gennaio 1986.
Si era svegliata con un brutto mal di testa, ma nel pomeriggio andammo ugualmente a Bologna dove sarei passata a prendere un'amica alla stazione per andare insieme ad una riunione di lavoro.
Il programma prevedeva che lei sarebbe passata a trovare mio fratello e poi al cimitero prima di tornare a prendermi.
In macchina spense un po' rabbiosa la sigaretta dicendo che aveva un cattivo sapore.
Lungo la strada mi chiese di accompagnarla e io le risposi un po' piccata che l'amica mi aspettava alla stazione e non potevo cambiare tutto all'ultimo minuto. Non ero piu' una bambina, avevo degli impegni da rispettare.
Bisticciammo un po' e quando scesi dalla macchina non mi rivolse lo sguardo, solo un freddo "Arrivederci" in risposta al mio saluto in cerca di riappacificazione.

La ritrovammo dopo affannose ricerche e concitate telefonate, verso le undici di sera. Un ictus le aveva fatto scoppiare una vena del cervello davanti alla tomba di sua madre e di suo padre. Ci volle la polizia per convincere il guardiano ad aprire il cancello, quando mio fratello trovo' la sua macchina ancora parcheggiata li' davanti. Era ancora viva.
Nevicava e l'ipotermia che rallento' l'emorragia servi' soltanto a mantenerla in coma per tredici giorni.

Quando li raggiunsi al pronto soccorso la prima cosa che sentii fu la domanda che qualcuno rivolse a mia cognata:"Dove abitava la signora?". Entrai in ambulatorio convinta di trovarcela, piazzai gli occhi in faccia al medico e chiesi soltanto:"A... a.... abitava?". Poi la vidi con la coda dell'occhio, sulla barella portata in velocita' verso l'ascensore, il viso coperto dal palloncino della ventilazione forzata.

"Arrivederci."
Sonno... ieri in giro per buona parte della giornata in motorino, ho fatto il pieno di freddo. Ahi ahi, le mie povere vecchie ossa! Ho davanti una giornata che non so riempire, scartata l'ipotesi di una girata al mare per cercare una casina da aprile a giugno. Troppa fatica.

01 gennaio 2004

Intanto ho rotto due tradizioni. Per natale non ho visto "La vita e' meravigliosa" e oggi non ho visto il concerto di capodanno. Lo so che tanto non lo trasmettevano, comunque non lo avrei visto.

Ho pensato ai buoni propositi per il duemilaquattro e mentre scivolavo nell'incoscienza del sonno ho pensato a qualcosa che li riassumesse tutti: assertivita'.
Dev'essere il proposito giusto: mi ha svegliato Gioele con un bacino e il mal di testa era passato.
Di nuovo a casa. Nello stomaco un buon caffe' e 500 mg di paracetamolo per attenuare l'inevitabile mal di testa.
Finita la tregua natalizia con la GS, mi sa che dovro' prendere anche un po' di bicarbonato dopo.
Strade ancora deserte, sole abbagliante. Ora mi sdraio accanto al cucciolo, voglio godermi questa sensazione di "mia casa".
Apro la finestra per annusare l'aria.
Nove del mattino, primo gennaio duemilaquattro. Fuori il silenzio che c'e' solo il primo dell'anno un po' prestino. E profumo di pulito. E il sole.
La prima persona che ho visto fuori un uomo con i baffi. Secondo le credenze della mia mamma era di buon auspicio.
Capodanno da amici senza Gioele, a casa con i nonni Ginger e Fred. Una cena conviviale a cui e' stato aggiunto lo spumante a mezzanotte. Perfetto, cosi' come dev'essere. E a casa il profumo del bimbo addormentato, un letto tutto per me e voglia di sonno sotto le lenzuola pulite.
Poi pensero' ai buoni propositi per l'anno nuovo, per ora mi godo questa pace.
Che' siamo vivi, nonostante tutto.