La luce della nostra camera e' gentile.
Si accende piano piano e lascia che i tuoi occhi si abituino prima di splendere in tutto il suo fulgore.
Dormivamo insieme io e Gioele in un letto grande, quello della mia casa di campagna dove dormiva la mia mamma. Sentivo entrare Giovanni che si accertava se stessimo dormendo e sussurrare una signora che diceva lasciamoli stare, lasciamo qui questo giocattolo cosi' lo trova quando si sveglia. Andiamo di la'.
Aprivo piano un occhio e vicino alle mie ciabatte c'era una di quelle ruote per bambini con il manico, che quando gira fa tintinnare il campanello.
Mi sono riaddormentata e dopo un po' li ho sentiti tornare e uscire di nuovo. Cosi' mi sono alzata a fatica e scalza sul pavimento freddo del salone, con la scrivania sistemata dove non stava piu' da tempo e tanta luce che entrava dalla finestra che dava sul giardino.
Sarebbe gentile anche il campanello, a casa nostra, se non fosse seguito dall'abbaiare stridulo e sguaiato di Ginger piuttosto isterica seguita a ruota dal suo fratello un po' tonto che abbaia a prescindere.
E' cosi' che mi sono svegliata oggi pomeriggio.
E' passato qualche minuto prima che mi rendessi conto di dove fossi davvero.
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