E' bastato un attimo.
Una incomprensione tra nonna e nonno e una frase sentita a malapena: "Io vado ad aspettare mamma".
Cosi' mentre la nonna sfaccendava, il babbo era al computer e il nonno inseriva una cassetta nel videoregistratore per mio figlio, lui se ne e' andato serenamente verso l'ingresso, ha aperto la porta a vetri, ha sceso sei scalini, ha pigiato il bottone che apre il portone d'ingresso.
Quanto tempo sia stato da solo non lo so. Non si sa nemmeno cosa abbia fatto.
Per fortuna il suo angelo era al lavoro, ieri mattina, cosi' dopo un po' la nonna si e' accorta che la porta di casa era aperta e lo ha visto li', seduto sui gradini che danno sulla strada trafficatissima su cui si affaccia la casa dei miei suoceri.
Li' seduto ad aspettarmi.
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