In latteria ho preso una bufala gigante per Giovanni, un sacchetto di patatine grigliate in caso di recrudescenza di voglia del piccolo, lo stracchino di NonnoNanni, un pezzetto di pane e la schiacciata. Nove euro e spiccioli. Fine dell'ultima banconota da dieci. Portafoglio pulito.
A parte il fatto che d'ora in poi la spesa nei deliziosi negozietti a conduzione familiare non la faccio piu' e piuttosto mi faccio venire un attacco di panico all'Esselunga, ovviamente ho scordato di comprare qualcosa da mettere sotto i denti per me. Cosi' ho pranzato con avanzi 2002 di prosciutto crudo, stracchino e poi ho dato il via al pane sale-olio-aceto. Che quando l'ho visto fare la prima volta a Giovanni in pizzeria ho pensato fosse uscito scemo. Invece e' peggio delle patatine, non riesco a smettere. L'aceto mi fara' venire brucior di stomaco, cosi' ora sto sbriciolando e ungendo la tastiera con le Grill Pai. Crunch.
All'epoca del primo pane sale-olio-aceto la nostra societa' era ancora in fase embrionale.
[Devo ricordarmi - a casa nuova, detta la chimera - che va comprata una sedia decente per la mia scrivania. Questa e' troppo bassa mi vengono i crampi ai reni. Quasi quasi mi metto un cuscino sotto al sedere].
...
[Tolto cuscino da sotto la testa di Ginger. Mi ha guardato un po' offesa. Crunch.]
Oh, insomma, nella Newco non ci sara' posto per me. Non per lo stipendio che prendo adesso. Non per gli orari flessibili. [Qualcuno un po' maligno potrebbe dire per le mezz'ore flessibili, ma so che lavoro - e rendo - ben piu' di mezz'ora. E' che da luglio fatico a riprendere il via. Bah, son gia' passati cinque mesi? Come vola il tempo...]
Prendo atto.
E rimugino.
Nessun commento:
Posta un commento