23 luglio 2003

E' sempre cosi' quando mi addormento sul divano.
Svegliarmi per andare a letto equivale a due ore sicure di pensieri che si rincorrono sul muro. Come i fari delle macchine per strada che filtrano dalle persiane, disegnano onde di luce.
Sempre se avessi una finestra in camera da letto e non un abbaino.
Non e' il caldo, anzi stasera il condizionatore sembra sapere il fatto suo. Non appena la calura si fa insopportabile il ronzio aumenta e sistema la temperatura in modo che sia accettabile.
Penso. Penso. Penso e ripenso.
Un filo d'aria mi solletica la pelle. E' molto intimo stare qui giu' al buio a ticchettare.
Ho bisogno di stare un po' piu' con me, dentro di me.
Ho bisogno di silenzio. Di ascoltare e di ritrovare il buono che c'e' nel mio cuore. Perche' so che c'e' e perche' sento - stasera - che quel che mi e' riuscito ha sempre trovato la strada partendo da li'.
Fuori ci sono sconvolgimenti epocali che qui stanno passando sottotono, ma riempiono di rumori cacofonici il sottofondo quotidiano.
Normale amministrazione.
Ce la faremo.
Siamo insieme, noi.

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