Insomma, ci voleva. Sembra impossibile che qualche grado in meno al di la' di un vetro possa rimetterti al mondo. Eppure e' cosi'.
Ieri ho fatto la mamma canguro, in una giornata arrossata e dolente come occhioni e nasino del cucciolo con un raffreddore da manuale.
Stamattina ho spalancato la finestra del giardino e le gambe mi si son riempite di pelle d'oca. Tutta un'altra storia, nonostante la notte passata praticamente in bianco a coccolare Gioele che faticava ancora a trovare la posizione migliore per respirare col nasino chiuso.
Oggi sta decisamente meglio, quasi del tutto in forma per festeggiare degnamente i suoi diciotto mesi!
Il resto scorre piu' o meno nella stessa direzione di sempre (che somiglia molto ad un'autodistruzione), ma confido nella mia buona stella. Tornera' prima o poi no?
Domani ricomincia la rumba. Mi aspettano due settimane vorticose tra casini di lavoro, litigi casalinghi, telefonate dell'architetto che ancora non abbiamo scelto le piastrelle e minacce velate al notaio che per una bazzecola sta piantando una serie di grane per il rogito. Gli amici si son fatti di nebbia. Meno male che c'e' Marina che mi veglia (perche' lo so che lo fai) da lontano, ma anche da vicino che quando mi pensi tu il cuore si scalda da solo.
Poi, passato il trasloco e tutto il resto forse mi decidero' a raccontare il monte di cazzate che ho combinato nell'ultimo anno e che mi hanno portato fin qui. Voglio prendermi un mese sabbatico per riprendere forze e ri-organizzare la mia vita. E voglio che questo mese cominci adesso, subito, che se rimando ancora non diventero' mai una persona migliore.
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