13 luglio 2002

Contenuti e idee

C'e' stato un periodo - qualche mese fa - in cui mi sentivo invisibile.
Frequento diverse mailing list e ad un paio sono proprio affezionata. Una in particolare l'ho creata cinque anni fa e mi ci sento come a casa. Beh, mi sono resa conto che anche virtualmente le persone non ascoltano (non leggono). La maggior parte interviene solo se ha una battuta azzeccata, oppure furoreggiano le mail-chat in cui si cazzeggia e mortali'. O si parla di calcio (o si parla male del pediatra, a seconda del tema della lista), o scoppiano flames su Berlusconi, altrimenti il resto e' lettera morta. Nessuno ha il coraggio o la voglia di scoprirsi piu' di tanto. Un motivo ci dev'essere.

E' stato allora che ho scoperto il blog e mi son detta che era il posto giusto per comunicare quello che sentivo, come mi andava e quando, senza preoccuparmi di non avere riscontro. Senza dolermi per l'indifferenza, reale o meno che sentissi.
Il blog di un altro lo leggi perche' ti va, non perche' ti arriva l'ennesima mail, magari nel momento stesso in cui la caffettiera borbotta. Lo fai perche' ti interessa e se ti va cerchi un contatto, altrimenti no.
Mi sembra perfetto, tanto quanto mi sembrava preferibile agli inizi, mandare una mail anziche' fare una telefonata. Ritengo che sia - spesso - una sorta di rispetto per l'interlocutore. Ti scrivo, ti dico delle cose, puoi leggerle quando ti pare e rispondermi quando ti fa comodo, senza importi i miei tempi.

Poi ho scoperto con piacere di avere i miei piccoli affezionati lettori e di far parte di un gruppo di persone che si scrive, si legge, spesso si sorregge nei momenti down che capitano a tutti e che condividiamo empaticamente.

A me l'idea del blog piace per i contenuti (ne parla recentemente anche lapizia, sempre a proposito di blog).

I famosi contenuti. Li ho sempre trovati fondamentali, erano il fiore all'occhiello del Freeweb gia' a partire dal 96, quando io e Giovanni decidemmo per primi (o quasi) in Italia di importare il modello Geocities. Era davvero un bel gruppo di persone (non ho intenzione di usare la parola community! La ABORRO) e nel 2000 i freewebbers potevano vantare di avere pagine piene di contenuti.
Poi la storia e' andata come e' andata, la cessione ha di fatto omogeneizzato il Freeweb ad altre (?) realta' ricche di vuoto e il mio piccolo gioiello si e' perso nella caccia ai click-thru.
Sigh. Le leggi del mercato.

No, decisamente non mi sento imprenditrice. Ho avuto qualche illuminazione (non so chi accendesse la lampadina all'altro ma con Giovanni era ed e' anche adesso una fucina di idee che continuano a scontrarsi con le leggi del mercato, ma la cui realizzazione permetterebbe una soddisfazione personale), ma credo di essere troppo artigiana per imprendere.
Oppure il volontariato, l'associazionismo (lavorare sette anni all'Anffas una traccia l'ha lasciata), la voglia di fare senza pensare al mio tornaconto personale finiscono per avere sempre il sopravvento, con grave disdegno delle mie tasche :-)

A parte l'amarezza dell'avventura post Freeweb, la soddisfazione di essere riuscita a far crescere la conoscenza di questo mezzo di comunicazione resta.
E ne sono orgogliosa.

Tant'e' che mi e' scappata la registrazione di freeweblog.it e freeblog.it.
Due - per ora - vuoti contenitori che ogni giorno che passa mi vien voglia di riempire. Ad esempio si potrebbe utilizzarli per parlare - tutti insieme - del progetto che abbiamo in mente. Perche' lo so che sotto sotto qualcosa avete in mente. E' solo in fase di gestazione.
Un solo avvertimento: non parlatemi di banner perche' potrei diventare sboccata piu' del solito.

Chi vuole giocare metta il dito qui!

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