09 giugno 2014

Vertigo

Sei anni di social network cominciano ad essere abbastanza anche per me.
L'oblio del blog, che conta rarissimi post, potrebbe averlo reso il posto tranquillo che cerco. 
I pensieri hanno bisogno di spazio, fluidità, silenzio. 
Almeno, io ne ho bisogno. Tanto non importa chi legge e perché, ma chi scrive e che cosa. 
Per cosa. 

Ascolto qualche rara voce che proviene dai giardini dietro la mia casa. Una mattina già afosa che non stanca il cinguettio dei passerotti ne' le massaie qui intorno. Le intravedo aprire le finestre, stendere i panni al sole e tra poco le sentirò spignattare e preparare i piatti per la tavola. 

Il caldo mi toglie il piacere di cucinare. É un'oretta che passo volentieri scegliendo, inventando mentre lo sguardo corre sui fiori del giardino. Devo ammettere che amo anche il tempo che passo a fare spesa nei negozi di quartiere, scambiando saluti e battute. 
Mi piace che mi chiamino per nome e ricordino i miei gusti e le mie abitudini.  

Sono piccole cose che permettono alla luce di uscire e dimenticare l'ombra. 
Almeno per un po'. 

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