26 giugno 2003

I sopravvissuti.

Alle nove squilla il cellulare.
E' la nonna:
- Guarda qui manca la luce, se passate e suonate il campanello non funziona.
- Ah, bene, grazie.
Per strada zigzaghiamo in mezzo ad una selva di semafori spenti.
Scendiamo dalla macchina e incontriamo un'amica con la faccia nera degli incazzati neri.
- Non c'e' la luce, non mi si apre il cancello automatico, non trovo mio marito che ha la chiave per aprirlo.
Arrivo al nido e suono il campanello.
L'amica, sagace:
- Ti ho detto che manca la luce, il campanello non suona.
- Eh, gia', mi avevano pure avvertito ......
Mano che batte sulla porta. Manina che batte sulla porta speranzosa di scampare il nido.
- No aple! Eh!
Passa un'inquilina del palazzo:
- Sono in giardino non vi sentono, ora mi affaccio io e le avverto.
Molliamo il pupo attraversando stanze di balocchi sinistramente illuminate dalle luci di emergenza.
Il black-out nella zona e' totale.
Ci sara' stato un guasto....
Verso via Gioberti momenti di ordinaria follia:
I proprietari dei negozi "in", privati dei loro impianti di condizionamento mannari, boccheggiano sul marciapiede affogati nei loro completi giacca-camicia-cravatta.
Gli altri boccheggiano e basta.
Invece gli operai dei (troppi) cantieri aperti si godono la pausa imprevista e fanno capannello, chiacchierando amabilmente.
All'Upim e' tutto chiuso, luci spente.
All'angolo con piazza Beccaria due facchini sudatissimi scaricano da un camioncino un enorme scatolone sul quale campeggia impotente la scritta "Daikin - Condizionatori"

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