Annichilita dal caldo.
Due giorni di chiusura hanno reso soffocante anche l'aria dell'ufficio.
Fine settimana a giocare a vegeto sul divano.
Condizionatore acceso/spento in un gioco perverso di I/O che ha seguito costantemente le sue aree di gioco in soggiorno, cercando di evitargli il raffreddore.
Obiettivo raggiunto solo in parte visto lo smoccicamento mattutino.
Sabato decisamente da dimenticare, domenica appena rinfrescata da un temporale che prima si e' preannunciato con tuoni e fulmini, poi ha prodotto soltanto una pisciatina d'acqua.
Felice la merla, a caccia di bachi in giardino.
Sono di malumore.
Non e' bastata la sua manina sfregata sulla bocca dello stomaco e la formula magica "passa maumoe, e' addato fuoi fiesta".
Con te funziona piccolo despota, a me il malumore esce dalla finestra e rientra dalla porta.
Insieme al biglietto anonimo trovato sotto il tergicristalli stamattina.
Vabbe' non ci parcheggio piu' li', brutto vigliacco.
Almeno potevi chiederlo gentilmente.
E - gia' che ci siamo - hai, voce del verbo avere, si scrive con l'acca.
Ma ora torno indietro di sedici ore, sotto la doccia con Gioele a schizzarci d'acqua e bagnoschiuma al profumo di fragola, poi tutti e tre in accappatoio sul divano accoccolati in un umido/fresco abbraccio.
Fermo le lancette dell'orologio per un po' a trattenere una briciola di serenita' fra queste righe, mentre da una sinapsi incontrollata parte edificante un: "vaffanculo, mondo!".
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