09 giugno 2003

Cerco di dargli gli strumenti per affrontare la vita.
Faccio del mio meglio, ma mica sempre so se ci riesco.

Una domenica pomeriggio qualsiasi in un parco attrezzato per bambini.
La moltitudine di marmocchi sale su scalette, scende dagli scivoli, si arrampica sulle corde.
Ad un tratto arriva lui.
Il superdotato.
Grosso piu' del dovuto in rapporto alla sua eta' che si conta ancora in mesi, si presenta con cipiglio fiero e comincia a spingere senza distinzione chiunque gli capiti a tiro.
Ovviamente arriva anche il turno di Gioele che regge allo spintone e soprattutto alle lacrime e mi cerca con gli occhi.
Gli sorrido, mi avvicino e gli dico:
- Non avere paura, e' un bambino come te. Tu gioca tranquillo e se torna gli dici "NO! Non si spingono gli altri bambini!". Difenditi, se ti spinge ancora, spingilo anche tu. Non sei da solo, la mamma e' qui che ti guarda e se c'e' bisogno ti difende.
Lui si gira, controlla la distanza fra lui e il possente e gli urla:
- NON SI PINGONO ATTI BAMBINI! NO! BUTTO!
Poi ricomincia a giocare molto attento ad evitare il contatto diretto, con abili percorsi che lo portano sempre a distanza di sicurezza.
Quando meno se lo aspetta quello torna alla carica e PUM! riparte con una spinta.
Il mio orgoglio di mamma sale di due o tre tacche quando vedo Gioele tenere botta, difendersi e accennare una contro-spinta verso il molosso.
Mi guarda un po' perplesso e gli esprimo tutta la mia soddisfazione.
- Bravo, vedi che sei forte anche tu? Ce la fai, non ti spaventare, sei forte anche tu.
Dopo un po' causa affollamento cambiamo gioco e manco a dirlo, dopo una mezz'ora torna superbimbo.
Gioele sbuffa, si gira a guardarmi come per dire: "Che palle questo ancora qua mammaaaa..."
Nel frattempo mistermuscolo si agita come un ossesso al di sopra dello scivolo da cui e' appena sceso Gioele
Io parto col training autogeno:
- Vai Gioele, il gioco e' di tutti, sei forte. Stai tranquillo io sono qui, gioca, vai, sei forte, non avere paura.
Gioele mi guarda, poi si volta a controllare la situazione.
Quando il massiccio si butta giu' dallo scivolo con un urlo belluino, Gioele si gira di scatto verso di me e mi fa:
- Mamma, io scappo!
E fila via come un fulmine.

Mio figlio e' un saggio.

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