Ho preso i Kulurgiones per la cena di stasera. Anzi li ha presi Giovanni, prima di farsi cogliere dal dubbio: come si condiscono?
30 novembre 2002
29 novembre 2002
28 novembre 2002
Sto meglio. Decisamente meglio. Ho persino avuto la forza di passare l'aspirapolvere. Lasciava un solco. Di tutti i periodi in cui potevo evitare di stare a casa, ho scelto proprio questo, per deliziarmi degli sbadabung dei muratori. E della polvere che passa sotto la porta di comunicazione dei due appartamenti. Che ormai non serve piu'. E quando ci e' venuto in mente che forse poteva essere tirato su il muro? Dopo che ci hanno sepolto sotto metri.
Di polvere, appunto.
Stamattina abbiamo ordinato la cucina. Io ero di nuovo in delirio. So mica che mi ha preso. So solo che ci sono momenti in cui mi sento malissimo, anzi peggio. E dovro' cambiare il bagno che ho scelto. Quando ci ripenso mi prende la nausea, tanto stavo male quel giorno. Posso mica entrare tutti i giorni in un bagno che mi fa vomitare no?
Uh, e' andato via il sole. C'e' una luce giallina fuori che mette malinconia. E c'e' odore di inverno. Di marciume e foglie morte. Inverno insomma. Ieri siamo usciti tardi col marmocchio perche' al nido hanno richiesto gli stivaletti di gomma, cosi' li portano in giardino. Possiamo mica fare di lui un disadattato, senza stivaletti, no? Cosi' alle sei e mezza tutti fuori, rigorosamente in passeggino che il piccolo tiranno non ne voleva sapere di andare in macchina. A me era venuto anche mal d'orecchi, ma un male che sono andata in bagno e mi son messa il cotone. Che lo odiavo quando mia madre me lo faceva mettere da piccola. Tienilo al caldo che poi passa. In effetti e' passato. E uscire mi ha pure fatto bene. O forse e' stato vedere il piccolo camminare per la prima volta coi suoi stivaletti di gomma. Sembrava robocop povera stella. E' bastato spiegargli che con quelli avrebbe potuto fare ciaffi ciaffi nelle pozzanghere e ci ha fatto subito amicizia. A volte basta poco.
A volte basta un po' di fiato.
Di polvere, appunto.
Stamattina abbiamo ordinato la cucina. Io ero di nuovo in delirio. So mica che mi ha preso. So solo che ci sono momenti in cui mi sento malissimo, anzi peggio. E dovro' cambiare il bagno che ho scelto. Quando ci ripenso mi prende la nausea, tanto stavo male quel giorno. Posso mica entrare tutti i giorni in un bagno che mi fa vomitare no?
Uh, e' andato via il sole. C'e' una luce giallina fuori che mette malinconia. E c'e' odore di inverno. Di marciume e foglie morte. Inverno insomma. Ieri siamo usciti tardi col marmocchio perche' al nido hanno richiesto gli stivaletti di gomma, cosi' li portano in giardino. Possiamo mica fare di lui un disadattato, senza stivaletti, no? Cosi' alle sei e mezza tutti fuori, rigorosamente in passeggino che il piccolo tiranno non ne voleva sapere di andare in macchina. A me era venuto anche mal d'orecchi, ma un male che sono andata in bagno e mi son messa il cotone. Che lo odiavo quando mia madre me lo faceva mettere da piccola. Tienilo al caldo che poi passa. In effetti e' passato. E uscire mi ha pure fatto bene. O forse e' stato vedere il piccolo camminare per la prima volta coi suoi stivaletti di gomma. Sembrava robocop povera stella. E' bastato spiegargli che con quelli avrebbe potuto fare ciaffi ciaffi nelle pozzanghere e ci ha fatto subito amicizia. A volte basta poco.
A volte basta un po' di fiato.
26 novembre 2002
Riemergo ora dallo stato preagonico in cui ho versato negli ultimi giorni.
Se questa e' una forma influenzale non oso pensare a come staro' se prendo l'influenza. E anche quest'anno non ho fatto il vaccino.
Stamattina mentre sceglievamo il parquet ero praticamente in delirio, spero che Giovanni fosse lucido altrimenti ci ritroveremo la casa a pallini.
Se questa e' una forma influenzale non oso pensare a come staro' se prendo l'influenza. E anche quest'anno non ho fatto il vaccino.
Stamattina mentre sceglievamo il parquet ero praticamente in delirio, spero che Giovanni fosse lucido altrimenti ci ritroveremo la casa a pallini.
22 novembre 2002
Ohi ohi, sono un concio.
Afona da tre giorni. Oggi va un pochino meglio, ma ho tutte le ossa rotte.
Ma quanto parlo di solito? Soprattutto con Gioele. Non sto mai zitta un attimo!
Ho passato un po' di tempo a riflettere in questi giorni.
Soprattutto non ho potuto fare a meno di notare come una semplice fotografia di una pagnotta abbia provocato un gran numero di interventi. Dev'esserci una ragione in tutto questo.
Devo comprare il libro di Jay McInerney.
Afona da tre giorni. Oggi va un pochino meglio, ma ho tutte le ossa rotte.
Ma quanto parlo di solito? Soprattutto con Gioele. Non sto mai zitta un attimo!
Ho passato un po' di tempo a riflettere in questi giorni.
Soprattutto non ho potuto fare a meno di notare come una semplice fotografia di una pagnotta abbia provocato un gran numero di interventi. Dev'esserci una ragione in tutto questo.
Devo comprare il libro di Jay McInerney.
16 novembre 2002
Gioele gioca a "corri corri" e scivola. Per evitare di stonfare il sederone per terra comincia a fare una serie di acrobazie, ma alla fine si arrende e si butta di tuffo sul divano.
Seguo la scena e d'istinto gli dico:"A volte, quando si perde l'equilibrio conviene lasciarsi cadere per poi rialzarsi e ricominciare a correre".
Per qualche strano motivo l'eco di questa frase mi e' rimasta in testa.
Mi e' ritornata in mente adesso, mentre guardavo (piu' che ascoltare) Alex Zanardi (pietosamente) intervistato da Gianni Morandi.
Sono rimasta quasi sconcertata dal suo sguardo, limpido e sereno.
Si e' lasciato cadere ed ha ricominciato a correre.
Nel mio periodo zen e' ricorsa spesso la parola "accettazione".
Non so voi, ma io non ho ancora imparato a farlo, nonostante tutto.
Spero che Gioele faccia quel che dico e non quello che faccio.
Seguo la scena e d'istinto gli dico:"A volte, quando si perde l'equilibrio conviene lasciarsi cadere per poi rialzarsi e ricominciare a correre".
Per qualche strano motivo l'eco di questa frase mi e' rimasta in testa.
Mi e' ritornata in mente adesso, mentre guardavo (piu' che ascoltare) Alex Zanardi (pietosamente) intervistato da Gianni Morandi.
Sono rimasta quasi sconcertata dal suo sguardo, limpido e sereno.
Si e' lasciato cadere ed ha ricominciato a correre.
Nel mio periodo zen e' ricorsa spesso la parola "accettazione".
Non so voi, ma io non ho ancora imparato a farlo, nonostante tutto.
Spero che Gioele faccia quel che dico e non quello che faccio.
Non abbiamo resistito.
Dentro al carrello, insieme ai giacconi che oggi faceva un caldo da mozzare il fiato e una economicissima e leggerissima scopa elettrica (portare il bidone su e giu' per le scale insieme a Gioele che vuol dare una mano e' diventato troppo faticoso) e' finita anche lei: la macchina per fare il pane.
Ci metti dentro tutti gli ingredienti, lei li impasta e cuoce. Ti immagini, puntare il timer alle cinque del mattino e alle otto svegliarsi col pane croccante appena cotto?
Nel pomeriggio ci abbiamo infilato dentro farina, acqua, zucchero, sale, lievito, pigiato il pulsantino, sentito il bip e siamo usciti.
Al nostro ritorno in casa c'era un delizioso odore di pane appena sfornato.
Dentro pero' c'era un coso informe non lievitato, immangiabile. Un aborto di pagnotta. Probabilmente il lievito non era quello adatto. Stasera abbiamo preso quello specifico da pane e domani ci riproviamo.
Non puo' non funzionare.
Comunque un pomeriggio non del tutto perso, abbiamo finalmente trovato la cucina e il letto dei nostri sogni. Stiamo solo litigando per i colori, ma niente di irreparabile. Probabilmente raggiungeremo un compromesso.
Per rinfacciarcelo poi tutta la vita :-)
Dentro al carrello, insieme ai giacconi che oggi faceva un caldo da mozzare il fiato e una economicissima e leggerissima scopa elettrica (portare il bidone su e giu' per le scale insieme a Gioele che vuol dare una mano e' diventato troppo faticoso) e' finita anche lei: la macchina per fare il pane.
Ci metti dentro tutti gli ingredienti, lei li impasta e cuoce. Ti immagini, puntare il timer alle cinque del mattino e alle otto svegliarsi col pane croccante appena cotto?
Nel pomeriggio ci abbiamo infilato dentro farina, acqua, zucchero, sale, lievito, pigiato il pulsantino, sentito il bip e siamo usciti.
Al nostro ritorno in casa c'era un delizioso odore di pane appena sfornato.
Dentro pero' c'era un coso informe non lievitato, immangiabile. Un aborto di pagnotta. Probabilmente il lievito non era quello adatto. Stasera abbiamo preso quello specifico da pane e domani ci riproviamo.
Non puo' non funzionare.
Comunque un pomeriggio non del tutto perso, abbiamo finalmente trovato la cucina e il letto dei nostri sogni. Stiamo solo litigando per i colori, ma niente di irreparabile. Probabilmente raggiungeremo un compromesso.
Per rinfacciarcelo poi tutta la vita :-)
15 novembre 2002
Poco dopo, inoltrandomi fin nel centro della città, vedo che a ogni passo mi farebbero restare dallo stupore, se uno stupore più forte non mi vincesse nel vedere che tutti gli altri, pur simili a me, ci si muovono in mezzo senza punto badarci, come se per loro siano le cose più naturali e più solite. Mi sento come trascinare, ma anche qui senz'avvertire che mi si faccia violenza. Solo che io, dentro di me, ignaro di tutto, sono quasi da ogni parte ritenuto. Ma considero che, se non so neppur come, né di dove, né perché ci sia venuto, debbo aver torto io certamente e ragione tutti gli altri che, non solo pare lo sappiano, ma sappiano anche tutto quello che fanno sicuri di non sbagliare, senza la minima incertezza, così naturalmente persuasi a fare come fanno, che m'attirerei certo la maraviglia, la riprensione, fors'anche l'indignazione se, o per il loro aspetto o per qualche loro atto o espressione, mi mettessi a ridere o mi mostrassi stupito.
[..]
Non so da che parte rifarmi, che via prendere, che cosa mettermi a fare.
Possibile però ch'io sia già tanto cresciuto, rimanendo sempre come un bambino e senz'aver fatto mai nulla? Avrò forse lavorato in sogno, non so come. Ma lavorato ho certo; lavorato sempre, e molto, molto. Pare che tutti lo sappiano, del resto, perché tanti si voltano a guardarmi e più d'uno anche mi saluta, senza ch'io lo conosca. Resto dapprima perplesso, se veramente il saluto sia rivolto a me; mi guardo accanto; mi guardo dietro. Mi avranno salutato per sbaglio? Ma no, salutano proprio me. Combatto, imbarazzato, con una certa vanità che vorrebbe e pur non riesce a illudersi, e vado innanzi come sospeso, senza potermi liberare da uno strano impaccio per una cosa - lo riconosco - veramente meschina: non sono sicuro dell'abito che ho addosso; mi sembra strano che sia mio; e ora mi nasce il dubbio che salutino quest'abito e non me. E io intanto con me, oltre a questo, non ho più altro!
Luigi Pirandello - "Una giornata"
[..]
Non so da che parte rifarmi, che via prendere, che cosa mettermi a fare.
Possibile però ch'io sia già tanto cresciuto, rimanendo sempre come un bambino e senz'aver fatto mai nulla? Avrò forse lavorato in sogno, non so come. Ma lavorato ho certo; lavorato sempre, e molto, molto. Pare che tutti lo sappiano, del resto, perché tanti si voltano a guardarmi e più d'uno anche mi saluta, senza ch'io lo conosca. Resto dapprima perplesso, se veramente il saluto sia rivolto a me; mi guardo accanto; mi guardo dietro. Mi avranno salutato per sbaglio? Ma no, salutano proprio me. Combatto, imbarazzato, con una certa vanità che vorrebbe e pur non riesce a illudersi, e vado innanzi come sospeso, senza potermi liberare da uno strano impaccio per una cosa - lo riconosco - veramente meschina: non sono sicuro dell'abito che ho addosso; mi sembra strano che sia mio; e ora mi nasce il dubbio che salutino quest'abito e non me. E io intanto con me, oltre a questo, non ho più altro!
Luigi Pirandello - "Una giornata"
13 novembre 2002
09 novembre 2002
Firenze, 16:19-- A viale Matteotti un ragazzo affacciato a una finestra al piano terreno offre caffè caldo da un thermos ai manifestanti.
[questo abbiamo scoperto essere un nostro amico]
Firenze, 16:57-- All'altezza di piazza della Libertà molti fiorentini invitano i manifestanti a rifocillarsi in casa loro.
fonte Kataweb
[questo abbiamo scoperto essere un nostro amico]
Firenze, 16:57-- All'altezza di piazza della Libertà molti fiorentini invitano i manifestanti a rifocillarsi in casa loro.
fonte Kataweb
08 novembre 2002
07 novembre 2002
04 novembre 2002
03 novembre 2002
Comincia l'assedio.
Ieri a Firenze carabinieri e polizia come se piovesse.
Una macchina della Guardia di Finanza che stazionava in una via dietro Piazza Oberdan ha destato il nostro interesse. Che ci sara' da presidiare qui?
Poi, l'illuminazione: era davanti ad una sede di Forza Italia.
Ma non penso fosse li' per fare quello che speravamo :-)
Ieri a Firenze carabinieri e polizia come se piovesse.
Una macchina della Guardia di Finanza che stazionava in una via dietro Piazza Oberdan ha destato il nostro interesse. Che ci sara' da presidiare qui?
Poi, l'illuminazione: era davanti ad una sede di Forza Italia.
Ma non penso fosse li' per fare quello che speravamo :-)
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