Per tornare a casa ieri sera ho utilizzato una delle mie strategie anti pigrizia.
Prendo il primo autobus che passa, scelgo una fermata che mi avvicini al percorso che mi porta verso i viali e/o Firenze Sud, scendo, nel caso mi faccio una passeggiata, riprendo il primo autobus che passa e via salendo, scendendo, camminando scopro nuovi angoli che non mi son mai soffermata a guardare, persone nuove, odori sconosciuti.
Ero piuttosto stanca quando alla fine son arrivata in piazza Gualfredotto e ne ho approfittato per passare a salutare Nadia nel suo negozio che in questi giorni esplode di colori quasi fosse un prato fiorito.
L'immancabile incenso acceso mi fa sentire odore di casa e prima di abbandonarmi al suo abbraccio scateno i miei sensi toccando sete, osservando ogni tonalità, annusando legni orientali, immaginando chi e come li ha lavorati e in che modo. Una sosta rigenerante prima di riprendere la via verso casa.
Quando attraverso la strada resto di stucco.
Non c'era un negozio di gioielli qui fino a ieri? Che ci fa ora uno di quegli orribili market -tutto a un euro- pieno di paccottiglia? Da dove viene questa plastica e chi ha male assemblato queste cornicette senza valore? Non è difficile immaginare come possa essere tutto a prezzi cosi' bassi. Molti entrano, pochi comprano.
Per fortuna nel mio cuore restano il calore del sorriso di Nadia che non ha prezzo e il suo saluto gioioso.
Namasté.
Nessun commento:
Posta un commento