Sto facendo una pausa di riflessione. Avrei molte cose da raccontare, esperienze da condividere, novità gioiose e serenità a profusione.
Proprio per questo sto cercando di mettere ordine (non solo metaforicamente).
E' vero, forse succede come nei film, ma te ne accorgi soltanto dopo qualche tempo, come se rivedessi la scena al rallentatore. Capita che ti ritrovi a fare una cosa dopo qualche mese di pausa e scatta immediatamente il paragone con la te stessa di prima.
E ti accorgi che qualcosa è cambiato. Profondamente.
Mi sento piena di energie, metto in pratica progetti che ho pensato, immaginato per quasi tutto l'ultimo anno di "raccoglimento".
Mi sento maturata, cresciuta, presente a me stessa e ben radicata, coi piedi per terra.
Salda.
Mi riconosco allo specchio e so cosa voglio.
Per questo sto facendo piazza pulita di alcuni orpelli che -volente o nolente- mi hanno accompagnato ma che considero ormai inutili, come quando prepari lo zaino per una camminata e prendi soltanto le cose che reputi indispensabili e leggere.
E' questo il mio stato d'animo, adesso: leggera e in cammino.
23 ottobre 2008
13 ottobre 2008
Eccolo il centro storico "patrimonio dell'umanità"
Erano mesi che non andavo in centro e sicuramente non ne sentivo la mancanza.
Stamattina ho preso l'autobus, son scesa davanti al Michelangelo e ho fatto una lunga passeggiata guardandomi intorno e prendendo mentalmente nota di quanti negozietti "storici" siano scomparsi sostituiti da venditori di kebab piuttosto che da non meglio identificati "market".
Le strade sono sporche, lo smog spezza il fiato più delle sigarette, i pochi negozi aperti nonostante il lunedì mattina, inesorabilmente vuoti.
A Piazza S. Marco l'unica fila era dal Pugi e in mezzo alle panchine sorvegliavano due svogliati militari in tenuta mimetica.
Stanno rifacendo l'arco di San Pierino, una mano di vernice che non riesce a cancellare la realtà "storica" del posto, mentre ho scoperto il chiostro della Chiesa di Santa Maria Maddalena dei Pazzi.
Un'oasi di silenzio nel caos di bici e motorini a metà di Borgo Pinti, ormai ex-isola pedonale su cui si affacciano come fantasmi mille vetrine chiuse e impolverate.
Stamattina ho preso l'autobus, son scesa davanti al Michelangelo e ho fatto una lunga passeggiata guardandomi intorno e prendendo mentalmente nota di quanti negozietti "storici" siano scomparsi sostituiti da venditori di kebab piuttosto che da non meglio identificati "market".
Le strade sono sporche, lo smog spezza il fiato più delle sigarette, i pochi negozi aperti nonostante il lunedì mattina, inesorabilmente vuoti.
A Piazza S. Marco l'unica fila era dal Pugi e in mezzo alle panchine sorvegliavano due svogliati militari in tenuta mimetica.
Stanno rifacendo l'arco di San Pierino, una mano di vernice che non riesce a cancellare la realtà "storica" del posto, mentre ho scoperto il chiostro della Chiesa di Santa Maria Maddalena dei Pazzi.
Un'oasi di silenzio nel caos di bici e motorini a metà di Borgo Pinti, ormai ex-isola pedonale su cui si affacciano come fantasmi mille vetrine chiuse e impolverate.
09 ottobre 2008
Old friend
E insomma, le cose non accadono per caso.
Salta qui, salta li' alla fine mi son trovata il tuo nomecognome davanti agli occhi e balzo sulla sedia e clicko e ripenso a lunghissime telefonate e ai tuoi casini e a miei e a quanto stavamo male e cercavamo di sdrammatizzare con una battuta una volta io una volta tu e le speranze e i sogni nel cassetto e tu che l'hai aperto finalmente e hai tirato fuori fiumi di parole, un'alluvione ma tipo quelle del Nilo che rende fertile il terreno intorno e quel timido file che ho stampato tutto storto e poi seguirti da lontano e finalmente l'emozione di vedere che alla fine vaffanculoilmondo ce l'hai fatta!
Salta qui, salta li' alla fine mi son trovata il tuo nomecognome davanti agli occhi e balzo sulla sedia e clicko e ripenso a lunghissime telefonate e ai tuoi casini e a miei e a quanto stavamo male e cercavamo di sdrammatizzare con una battuta una volta io una volta tu e le speranze e i sogni nel cassetto e tu che l'hai aperto finalmente e hai tirato fuori fiumi di parole, un'alluvione ma tipo quelle del Nilo che rende fertile il terreno intorno e quel timido file che ho stampato tutto storto e poi seguirti da lontano e finalmente l'emozione di vedere che alla fine vaffanculoilmondo ce l'hai fatta!
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