Fino all'anno scorso c'era il rito del saluto dalla finestra. I genitori lasciavano i bambini a scuola e poi si affacciavano al cancello che recinge il giardino e vedevi questi topolini che facevano ciao ciao di la' dal vetro.
Quest'anno, piu' grandicelli, li lasci in classe e li saluti dalla porta.
E io, lo ammetto, non riesco a resistere alla tentazione di restare un attimo a sbirciare quello che fa dopo che me ne sono andata. Piccolo, in quello stanzone che sembra enorme.
Di solito si gira subito e cerca un contatto con la maestra o con un amichetto a cui racconta qualcosa, fa vedere la maglietta preferita. Attacca bottone, insomma.
Stamattina, forse perche' rientrava dopo 5 giorni di assenza mi sembrava cosi' perso... invece e' andato subito da Guido a fargli vedere la manina che si era appena sbucciato cadendo sulla ghiaia del cortile.
E ogni volta, ogni volta, incito mentalmente la persona cui si sta rivolgendo a prestargli attenzione, ad aiutarlo a farsi coraggio e a buttarsi nella mischia.
Non potro' proteggerlo per sempre.
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