Di Robert Fulghum
La massima parte di ciò che veramente mi serve sapere su come vivere, cosa fare e in che modo comportarmi l' ho imparata all'asilo. La saggezza non si trova al vertice della montagna degli studi superiori, bensì nei castelli di sabbia del giardino dell'infanzia. Queste sono le cose che ho appreso:
Dividere tutto con gli altri.
Giocare correttamente.
Non fare male alla gente.
Rimettere le cose al posto.
Sistemare il disordine.
Non prendere ciò che non è mio.
Dire che mi dispiace quando faccio del male a qualcuno.
Lavarmi le mani prima di mangiare.
I biscotti caldi e il latte freddo fanno bene.
Condurre una vita equilibrata: imparare qualcosa, pensare un po' e disegnare, dipingere, cantare, ballare, suonare e lavorare un tanto al giorno.
Fare un riposino ogni pomeriggio.
Nel mondo, badare al traffico, tenere per mano e stare vicino agli altri.
Essere consapevole del meraviglioso.
Ricordare il seme nel vaso: le radici scendono, la pianta sale e nessuno sa veramente come e perché, ma tutti noi siamo così. I pesci rossi, i criceti, i topolini bianchi e persino il seme nel suo recipiente: tutti muoiono e noi pure.
Non dimenticare, infine, la prima parola che ho imparato, la più importante di tutte: GUARDARE.
Tutto quello che mi serve sapere sta lì, da qualche parte: le regole Auree, l'amore, l'igiene alimentare, l'ecologia, la politica e il vivere assennatamente.
Basta scegliere uno qualsiasi tra questi precetti, elaborarlo in termini adulti e sofisticati e applicarlo alla famiglia, al lavoro, al governo, o al mondo in generale, e si dimostrerà vero, chiaro e incrollabile.
Pensate a come il mondo sarebbe migliore se noi tutti , l'intera umanità prendessimo latte e biscotti ogni pomeriggio alle tre e ci mettessimo poi sotto le coperte per un pisolino, o se tutti i governi si attenessero al principio basilare di rimettere ogni cosa dove l' hanno trovata e di ripulire il proprio disordine.
Rimane sempre vero, a qualsiasi età, che quando si esce nel mondo è meglio tenersi per mano e rimanere uniti.
28 settembre 2008
27 settembre 2008
Cianfrusaglie
Mi servirebbero un paio di pinze di quelle con le punte lunghe e arrotondate. Sono certa di possederle, le vedo chiaramente con i manici azzurri. Mi ricordo anche di averle usate spesso.
Chissà in quale casa e in quale vita però.
Chissà in quale casa e in quale vita però.
Tagli netti
Ieri sera avevo voglia di aria fresca e mentre aspettavo che tornassero dalla palestra ho deciso di potare i due alberini che fanno le sentinelle alle scale che portano in giardino.
Con l'aiuto dei bigol che infilavano il naso dappertutto ho tagliato con calma e pazienza sfilando via la mia pigrizia degli ultimi due mesi e ridonando agli alberelli una forma accettabile.
Poi ho raccolto con lentezza per non peggiorare il mal di testa i rametti tagliati via, piegandoli con cura perchè entrasse tutto dentro il bidone.
Che i rami secchi non basta tagliarli, bisogna anche sistemare e riordinare o ti restano in giro e finisci per ritrovarteli ovunque, nonostante tutto.
Con l'aiuto dei bigol che infilavano il naso dappertutto ho tagliato con calma e pazienza sfilando via la mia pigrizia degli ultimi due mesi e ridonando agli alberelli una forma accettabile.
Poi ho raccolto con lentezza per non peggiorare il mal di testa i rametti tagliati via, piegandoli con cura perchè entrasse tutto dentro il bidone.
Che i rami secchi non basta tagliarli, bisogna anche sistemare e riordinare o ti restano in giro e finisci per ritrovarteli ovunque, nonostante tutto.
26 settembre 2008
A proposito di buche
Qualche giorno fa cercavo indispettita il mio cellulare.
Dopo aver controllato nei posti classici in cui lo lascio di solito ho usato la tecnica ben nota e collaudata dell'autochiamata.
Tuuuu... tuuuu.... suona ma non lo sento.
Uhm. L'avrò lasciato in giro? Me l'avranno rubato? L'avrò lasciato in macchina?
Esco in giardino e riprovo sperando di sentire la sua risposta al mio richiamo come una mamma merla coi suoi piccoli che imparano a volare. Ed ecco... flebile... lontano... lo riconosco e' LUI!
Ma dov'e'?
Suona che ti risuona finalmente lo vedo spuntare in mezzo al giardino semi sotterrato in una buca da un componente rimasto ignoto della Banda Bassotti (alias "bigol").
Lo raccatto, lo ripulisco alla meglio ed esulto quando scopro che non ha subito danni permanenti.
Unica memoria rimasta dalla brutta avventura è ancora un po' di terra incastrata lungo le scanalature.
Infatti quando lo apro fa uno strano rumore tipo cccrrrrrrtttt...
Dopo aver controllato nei posti classici in cui lo lascio di solito ho usato la tecnica ben nota e collaudata dell'autochiamata.
Tuuuu... tuuuu.... suona ma non lo sento.
Uhm. L'avrò lasciato in giro? Me l'avranno rubato? L'avrò lasciato in macchina?
Esco in giardino e riprovo sperando di sentire la sua risposta al mio richiamo come una mamma merla coi suoi piccoli che imparano a volare. Ed ecco... flebile... lontano... lo riconosco e' LUI!
Ma dov'e'?
Suona che ti risuona finalmente lo vedo spuntare in mezzo al giardino semi sotterrato in una buca da un componente rimasto ignoto della Banda Bassotti (alias "bigol").
Lo raccatto, lo ripulisco alla meglio ed esulto quando scopro che non ha subito danni permanenti.
Unica memoria rimasta dalla brutta avventura è ancora un po' di terra incastrata lungo le scanalature.
Infatti quando lo apro fa uno strano rumore tipo cccrrrrrrtttt...
25 settembre 2008
Lavori in corso
Finalmente son tornati gli operai. Le Marmotte, come li abbiamo soprannominati ispirati dal loro fervore lavorativo. Considerato che i lavori son cominciati a febbraio conto che il muro di cinta e il cancello saranno pronti la prossima primavera. Le rifiniture potranno ancora aspettare. Santa decisione di pagare a corpo e non ad ore...
I "bigol" son bravi, li hanno salutati festosi ma non hanno abbaiato molto. Più tardi gli verrà tagliata una fettina di giardino per proseguire i lavori sul muro, ma credo che possano adattarsi. Di sicuro non ho intenzione di tenerli in casa fino a fine lavori.
Nel frattempo, dopo aver osservato a lungo cosa quegli uomini stessero facendo muniti di martello e scalpello, gli si dev'essere accesa una lampadina in testa e hanno cominciato a scavare due enormi buche in giardino.
Gli manca solo il casco di protezione e sono perfetti.
Il lavoro l'avrebbero finito in un mese. Loro.
I "bigol" son bravi, li hanno salutati festosi ma non hanno abbaiato molto. Più tardi gli verrà tagliata una fettina di giardino per proseguire i lavori sul muro, ma credo che possano adattarsi. Di sicuro non ho intenzione di tenerli in casa fino a fine lavori.
Nel frattempo, dopo aver osservato a lungo cosa quegli uomini stessero facendo muniti di martello e scalpello, gli si dev'essere accesa una lampadina in testa e hanno cominciato a scavare due enormi buche in giardino.
Gli manca solo il casco di protezione e sono perfetti.
Il lavoro l'avrebbero finito in un mese. Loro.
16 settembre 2008
A scuola!
Passi tutta l'estate agognando la riapertura delle scuole e già al secondo giorno (il primo a tempo pieno) quell'arrogante, saccente, chiacchierone, rumoroso, bizzoso ragazzo ti manca da morire. Perchè oltre tutto questo è fantasioso, coccolone, protettivo, grande ma piccolo, pagliaccio, serioso, profondo.
10 settembre 2008
L'infinito
Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quïete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare.
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quïete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare.
05 settembre 2008
02 settembre 2008
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